foto corso di teatro Giovani in scena

Da GiovanINpena a GiovanINscena: quando la paura spinge a cambiare

Chiara Ferretti e Giulia Pertosa
Lettura: 4 minuti

Nessuno ha mai fatto la differenza restando come gli altri.

(The greatest showman)

“È pericoloso stare sul palco.
L’arte è pericolosa, come l’amore: incondizionato. Se non date, non avete fatto niente.
Fatevi male per farvi bene.”

L’amore spesso può rivelarsi molto scomodo. Ci spinge a guardarci dentro, a fare i conti con i lati più difficili da accettare per ognuno. In alcuni casi rappresenta una vera e propria sfida: fare luce sulle facce della nostra personalità può essere duro, richiede sempre molto coraggio. Nel profondo infatti siamo consapevoli che questo processo ci costa sofferenza.

L’amore di Romeo e Giulietta diventa l’emblema di questo contrasto. I due amanti sono pronti a fare fronte comune contro le proprie famiglie, le rivalità storiche e il pensiero comune della società. Il mondo intero ostacola il loro amore e questa lotta li definisce come personaggi.

“Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente.”

(Romeo e Giulietta)

La loro storia racchiude la consapevolezza che abbiamo in qualche modo una barriera di fronte che appare improvvisamente e bisogna superarla per andare avanti. Proprio questa sensazione ogni individuo vive in determinati momenti: una barriera a dividere noi stessi dall’esterno.

Quante volte è capitato di vivere una barriera?
Una parola fuori posto e il tuo gruppo del liceo ti taglia fuori.
Le etichette affibbiate dai colleghi in ufficio.
I muri di silenzio tirati su dalle persone che dicono di amarti.
Queste sensazioni hanno in comune una parola sottintesa: distanza.

Mettere spazio tra gli altri e se stessi sia fisico che emotivo, può diventare il meccanismo di difesa perfetto quando si hanno delusioni da proteggere. D’altronde la paura serve a sopravvivere: quando non ci sentiamo pronti ad affrontare il mondo con la sua sofferenza, facciamo un passo indietro, ci isoliamo, creaiamo distanze con le persone attorno.  A questo dovrebbe servire la paura.

Ma cosa succede quando diamo ragione soltanto alle nostre paure? Quando permettiamo loro di guidare la nostra vita, come cambia il nostro mondo? Come ci accorgiamo che ci stiamo limitando a sopravvivere? La nostra storia, parte proprio da qui. Dalle molte paure che ci accompagnano nella vita adulta. Paura di non farcela e non risolvere tutti i problemi entro la fine della giornata. Sbagliare, deludere le aspettative degli altri e soprattutto quelle personali.

Ritrovarsi coi rimorsi in mano quando soltanto le vite degli altri sembrano essere meravigliose. Vedere i propri sogni diventare ricordi grigi e sbiaditi, senza speranza. E quando davvero trovi i cocci della tua vita in pezzi, cosa ti resta da fare? Cosa succede quando il tuo più grande timore si avvera? Quando lo scudo di protezione non serve più, la paura può innescare grandi cambiamenti. Il timore stesso ci  allontana da ciò che ci fa male. Nel nostro caso il motore della paura ci ha spinti verso un palco: ogni persona è stata definita dalla lotta con le sue paure personali.  

La distanza del palco, per quanto grande, ha forzato tutti quanti a capire a quale parte di noi dare ascolto davvero. Recitare ha messo ogni attore nella condizione di prendere una posizione a tutti i costi. Ci siamo, fatti male, per farci bene.

Quando ci è stato chiesto di esporci abbiamo raccontato la nostra giornata, abbiamo ballato e urlato cose senza senso, senza capire.  Grazie a questi salti nel vuoto, abbiamo dato sfogo alla rabbia e rimosso la nostra scorza uno strato alla volta. Alla fine ne siamo usciti diversi, trasformati.

Improvvisamente è stato semplice condividere con i compagni le difficoltà, abbiamo provato il piacere del contatto visivo senza alcun imbarazzo, ci siamo concessi il permesso di respirare, vivere e agire senza l’ombra dei pregiudizi soffocanti.

In un certo senso la sofferenza ha trasformato la paura in azione. I rischi intrapresi ogni volta coltivavano in noi un nuovo seme: quello del coraggio. Chi pensa che il coraggio sia un privilegio per pochi probabilmente non ha capito a cosa realmente serva il palcoscenico.

Lo spettacolo teatrale è di chi sceglie di mettersi sul palco, stare lì insieme alle proprie paure, consapevole di aver già vinto molte volte questa battaglia. La prova del palco dimostra che la meritata vittoria è frutto delle molte cadute ugualmente preziose.

Il 6 agosto è una data importante per GiovaINscena: l’amore avrà molte facce, una di queste sarà il contrasto tra ciò che eravamo e ciò che siamo diventati.

Quando la paura ti spinge a crescere ci sarà la versione migliore di te ad aspettarti al traguardo.